Botta e risposta tra il leader di “Centristi per l’Europa” Gianpiero D’Alia e l’ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro, un tempo compagni nell’Udc. In una intervista a Repubblica, commentando i contenuti di un incontro tra il vice commissario Udc in Sicilia Ester Bonafede indagata per presunti illeciti in finanziamenti della Regione siciliana e Cuffaro finito nei brogliacci delle intercettazioni dell’inchiesta Anas della Procura di Firenze, D’Alia dice: “Ho capito perché mi hanno messo alla porta all’Udc: il vecchio partito aveva deciso di farmi pagare la scelta nel 2011 di mollare il centrodestra e costruire un’alleanza col Pd”. In una nota, Cuffaro replica: “L’ultima volta che mi sono interessato di D’Alia è stato quando, nel 2008, ero già stato condannato in primo grado, e da capolista al Senato ho fatto si che la Sicilia fosse l’unica regione dove l’Udc superasse il quorum ed eleggesse tre senatori tra cui lo stesso D’Alia che era dopo di me”. “Poi ho contribuito in maniera determinante a fare il gruppo al Senato insieme ad Andreotti e agli amici trentini e valdostani per far sì che D’Alia facesse il presidente del gruppo – aggiunge – Dopo il mio ingresso in carcere, di lui ho solo letto sui giornali: parlava del suo disgusto e della sua presa di distanza dal male che io ero diventato. “Prendo atto della cattiva memoria di Gianpiero D’Alia – prosegue Cuffaro – per molto tempo sono stato buono, poi sono diventato cattivo. Cose che succedono”.